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Champions al Chelsea, a Monaco Bayern ko ai rigori

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<Jocker>
view post Posted on 21/5/2012, 07:24




All'Allianz Arena i 90' si chiudono sull'1-1 (Mueller-Drogba), nei supplementari Cech para un rigore a Robben, nella lotteria finale errori di Mata, Olic e Schweinsteiger
Spendere centinaia di milioni di euro per nove anni, prendere campioni ogni stagione e cambiare allenatori di lusso alla continua ricerca di un sogno chiamato Champions League arrivando solo a sfiorarla, senza mai raggiungerla. E poi alzarla grazie a un tecnico di terzo piano (e italiano), senza il tuo simbolo e capitano in campo, con una vecchia guardia già messa in naftalina fino a gennaio e con una tattica (italiana anche questa) che sa molto di Machiavelli e poco di calcio champagne. Roman Abramovich e tutti i tifosi del Chelsea devono ringraziare prima di tutto Roberto Di Matteo, l'allenatore italiano che succede ad Ancelotti nella lista dei tecnici nostrani campioni d'Europa con il merito di aver preso in mano una squadra disastrata dal progetto Villas Boas rimettendola in moto e oliandone gli ingranaggi fino al trono continentale. E subito dopo l'allenatore, i suoi due pilastri, lo Zenit e il Nadir di questo Blues che spegne i sogni di gloria germanica: Didier Drogba, eterna macchina da gol che silenzia tutto lo stadio firmando l'1-1 a due minuti dalla fine dei 90' e poi sigilla tutto con il rigore decisivo, e Petr Cech, saracinesca ceca che neutralizza un penalty di Robben nei supplementari e poi va a decidere la lotteria finale ipnotizzando Olic e Schweinsteiger, regalando quel trionfo che da nove anni il magnate russo inseguiva alla guida del club di Stamford Bridge. La Champions League 2012, contro ogni pronostico, finisce nelle mani del Chelsea. Per il Bayern, padrone di casa nella sua meravigliosa Allianz Arena, un dramma sportivo che solo l'Italia aveva vissuto nel 1984, in quell'Olimpico che domani ospiterà la finale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli e che a quei tempi accoglieva la Roma che falliva l'appuntamento con la storia (anche quella volta contro un club inglese, il Liverpool) e si vedeva strappare via la gioia più grande davanti a tutto il suo popolo sportivo. Si chiamava Coppa dei Campioni allora, 28 anni dopo si chiama Champions League, ma il suo fascino meraviglioso e crudele resta intatto ed immutato.
MUELLER ILLUDE, DROGBA ZITTISCE L'ALLIANZ - Con tanti assenti (Alaba, Badstuber e Luiz Gustavo da una parte, Terry, Meireles, Ivanovic e Ramires dall'altra), in campo Heynckes schiera Tymoshchuk centrale difensivo e le sue frecce franco-olandesi Ribery-Robben a supporto di Gomez, capocannoniere con Messi. Di Matteo risponde con schieramento e mentalità di rimessa, con Luiz e Cahill coppia centrale, un centrocampo infoltito di incontristi e la favola Bertrand titolare in finale, all'esordio nella competizione. Il Bayern attacca e sfiora più volte la rete senza passare. Qualche contropiede, sull'asse rilancio difensivo-Drogba, tiene in apprensione i tedeschi ma nel primo tempo la partita non si sblocca. Stesso copione nella ripresa ma il finale cambia: a sei minuti dalla fine l'assedio bavarese trova il suo sbocco vincente grazie a Mueller, che di testa infila Cech e confeziona un sogno quasi già scritto. Il premio di Heynckes? La sostituzione tre minuti dopo per inserire Van Buyten e chiudersi a riccio, un cambio che sarà pagato carissimo. Perché il Chelsea (con Malouda e Torres in campo) si butta in avanti e trova il pari clamoroso a un giro di lancette dal termine con un imperiale Drogba a svettare su calcio d'angolo e infilare la sfera di testa all'angolino di Neuer, regalando i supplementari e spianando la strada a un incredibile finale. Il Bayern va all'overtime rivivendo gli spettri del 1999, quando in vantaggio 1-0 al 90' al Camp Nou di Barcellona, si vide sfilare la Coppa dal Manchester United con i gol nel recupero di Sheringam e Solskjaer.
CECH EROE BLUES, IL SIGILLO E' DI DROGBA - Dopo aver volato sulle ali di Drogba ai supplementari, il Chelsea però torna sull'orlo del ko: il gigante d'ebano paga la sua generosità nei primi minuti dell'overtime, sgambettando Ribery in area, fallo tanto ingenuo quanto evidente e rigore ineccepibile. Dal dischetto si presenta l'ex di lusso Robben, di fronte l'ex compagno di tante partite Cech: i due si conoscono, il portiere conosce meglio l'attaccante e il suo sinistro di potenza, intuito e parato in due tempi. Il match point è sprecato, Ribery esce malridotto per Olic, si decide tutto ai calci di rigore. A Monaco, come nel 1984, si tira sotto la curva casalinga. Come nel 1984, il primo errore è degli ospiti, con Neuer che intuisce il tiro di Mata. E anche l'epilogo, questa volta, non sorride ai padroni di casa. Cech para il tiro di Olic e devia sul palo l'ultimo di Schweinsteiger; poi Drogba si presenta, impietoso carnefice sportivo, a tirare il rigore decisivo. E l'ivoriano, narratore goleador della Rapsodia in Blues, non fallisce l'appuntamento con la Storia.
 
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