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F.1 al via: big, outsider, new entry Il borsino 2012 dei piloti

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<Jocker>
view post Posted on 15/3/2012, 08:45




Dietro al favorito Vettel non solo le McLaren di Hamilton e Button: la Ferrari si nasconde, ma ha in Fernando il suo fuoriclasse, la Lotus ha ritrovato il finlandese in grande forma e la Mercedes spera di regalare a Schumi una seconda giovinezza. Per tutti l'obiettivo è di fermare la Red Bull del genio Newey
La F.1 si appresta a vivere la più lunga stagione della sua storia mondiale - 20 GP, mai così tanti, anche se Bahrain e Austin sono ballerini -, fra poche certezze e molti dubbi. Il punto di partenza, anche dei pronostici, è che Sebastian Vettel, iridato negli ultimi due campionati, parte come uomo da battere: il pilota più precoce della storia a vincere un GP, un titolo, anzi due, e fare una pole, potrebbe diventare a soli 25 anni tricampione del mondo in F.1. Sarebbe un altro primato, considerando che tre titoli di fila li hanno vinti solo Fangio nel '56, ma a 44 anni, e Schumacher nel 2002, a 33, e che, nel complesso, gli iridati con più di tre corone sono solo 8 nella storia della F.1, ma nessuno di loro ci è mai riuscito prima dei 31 anni. Che Vettel sia destinato a riscrivere l'albo d'oro è certo, come che lui e la Red Bull siano i punti di riferimento in pista: un binomio perfetto per velocità, affidabilità, gestione delle gare e capacità di reggere la presisone. Chi vorrà il titolo 2012 dovrà prima di tutto pensare a come mettersi alle spalle il tedesco. Proviamo ad analizzare chi ha le carte più in regola per farcela.
test prestagionali — Stilare un'ipotetica griglia di partenza prima dello spegnimento dei semafori di Melbourne è impresa ardua, visto che ci si basa principalmente sui test prestagionali, in cui, più o meno, ciascuno ha nascosto le proprie carte. La Ferrari, per prima - si spera -, stretta in un lotto di contendenti in cui oltre alle 'solite' Red Bull e McLaren, veloci, - soprattuto la prima, anche se non al top per affidabilità -, sono emerse forze emergenti come la Sauber di Kobayashi, più veloce nella tre giorni al Montmelò a febbraio con La Force India di Hulkenberg terza, o nobili decadute, come la Mercedes di Rosberg, davanti a tutti a Jerez, o la Lotus di Raikkonen in cima alla lista dei tempi in Catalogna, a marzo. Alla caccia del carico perduto per l'abolizione degli scarichi soffiati, i progettisti hanno sciorinato forme avveniristiche o azzardate per recuperarlo: senza ancora una strada univoca da seguire - il dentro-fuori dell'orientamento dei tubi di scappamento di Red Bull e Ferrari è indicativo -, i valori non potranno necessariamente essere definiti prima di qualche gara. L'occasione è buona in duplice senso: per gli outsider, per approfittare delle titubanze dei big; per prendere già il largo per chi dovesse aver azzeccato l'idea giusta.
piloti, i big — Vettel e Webber, i "Newey's boys" sono favoriti dall'avere a disposizione un mezzo già veloce e collaudato, in un team dalle gerarchie prestabilite, dopo gli autoscontri del passato: Mark non ce ne voglia, potrebbe giovarsi più del compagno delle nuove regole, ma le prestazioni dei due sono a senso unico. Il giovane tedesco punta al tris iridato e difficilmente l'australiano sarà per lui un ostacolo. Qualche grattacapo in più dovrebbe arrivargli da Hamilton, che per velocità pura è il primo della classe, ma troppo spesso finisce dietro lavagna per quegli eccessi che lo hanno già frenato in passato, e che in casa McLaren hanno fatto salire le quotazioni del redditizio Button, uno che ha piede, ma soprattuto cervello, usato al meglio soprattutto quando i GP diventano della piccole lotterie fra safety car, incidenti e asfalto bagnato. A seguire ci sarebbe Alonso, forse lo studente modello per completezza e rendimento a parità di materiale a disposizione, ma che sta lanciando preoccupanti segnali di insofferenza. La vita privata non c'entra - sono fatti suoi e tali dovrebbero restare per chi deve giudicarlo in pista -, ma i segnali di disagio ci sono: sia per il bavaglio messo dalla Ferrari ai piloti - e con lui qui si rischia l'autogol - sia per le prestazioni della F2012, che gli hanno suggerito una prudenza - o realismo -, cui in tanti, a partire da Montezemolo, preferiscono non credere. Ma è lo spagnolo l'arma in più della Ferrari, e a Maranello lo sanno. Capitolo Massa: pare che le nuove Pirelli gli vadano meno strette delle vecchie calzature. Se è così sarà il caso che si metta a correre. E forte. Perchè il suo contratto è in scadenza - come quelli di Webber, Hamilton, Schumacher - e in caso di fallimento il rimescolamento delle carte - in tutta Maranello - non salverà alcuno.
piloti, gli outsider — Chi può approfittare, da subito, delle incertezze dei big, è la doppia coppia di piloti Mercedes-Lotus. Schumacher dice 'di non sentirsi troppo vecchio per vincere', nella sua carriera-bis deve ancora salire sul podio, traguardo stagionale minimo per un sette volte campione del mondo, ma solo con l'esperienza fa fatica a contenere Rosberg, il compagno in Mercedes. Nico è costante e maturo, ma è chiamato a un salto di qualità, che pare però spostarsi sempre più in avanti nel tempo. Casa Lotus: Raikkonen si è già tolto il fango dei rally e la soddisfazione di mettersi dietro tutti - più veloce al Montmelò - e dietro quell'aria imperscrutabile da orso polare può fare di tutto. È velocissimo, lo è sempre stato: se avrà una vettura equilibrata potrà sorprendere, come il suo compagno Grosjean, rapido e anche lui molto in alto nella lista dei test invernali.
a caccia di punti — In un limbo a ridosso della zona punti possono spuntare Perez, osservato speciale Ferrari, con la Sauber motorizzata da Maranello, il suo compagno Kobayashi, un samurai che - unitamente a Hamilton - 'vede' i sorpassi come nessuno nel Circus, e il duo della Force India - squadra che si è presa il lusso di licenziare Sutil, il primo degli 'altri' nel mondiale 2011, 9° - per sostituirlo con Hulkenberg, che in coppia con Di Resta può sfruttare al meglio le potenzialità del collaudato motore Mercedes.
gli altri — Per il resto, tralasciando Hispania e Marussia, zero km di test in due, e per ora buone solo per fare numero in griglia, con De la Rosa, Karthikeyan, Glock e Pic, incuriosisce la nuova coppia della Toro Rosso, formata dall'australiano di Sicilia, Ricciardo, e dal francese Vergne, che soppianta un duo veloce come Alguersuari-Buemi. La fama della scuderia di Faenza nello scoprire i talenti è notoria: chissà se anche questa volta avranno visto giusto. Nel mezzo, la ricca Williams, che si è affidata alle borse - più che al piede - di Maldonado, spinto dal governo venezuelano, e Bruno Senna, imbarcato dal cognome proprio sulla vettura che fu fatale al leggendario zio Ayrton, e la Caterham, l'ex Team Lotus di Kovalainen e Petrov. Anche qui la valigia ha avuto il suo peso: il russo ne ha portata una piena di rubli, e il povero Trulli, l'ultimo dei Mohicani (italiani) ha dovuto fare le sue per andare a casa.
la ferrari — In casa Ferrari, Alonso getta acqua sul fuoco dei facili entusiasmi e Fry, il direttore tecnico, usa anche l'estintore, con Domenicali che ammette "di non essere dove vorrebbe", con un progetto nuovo come la F2012 che rompe con i conservativi ponti del passato, ma che ha bisogno di tempo per progredire. Prudenza, tattica? Lo scopriremo solo correndo, ma di certo la F2012, affidabile, ma non veloce e con problemi di tenuta di strada, non è al top. La chiave è capire dove sarà il Cavallino, rispetto alla concorrenza, quando sarà trovata la quadratura del cerchio nella messa a punto della monoposto: se avverrà entro giugno, la stagione potrebbe regalare anche dei sorrisi, altrimenti occorrerà ripartire da zero.
i top team — La Red Bull è il team da battere, grazie ad Archimede Newey, che sa sempre come accendere la lampadina del suo genio: tempi nascosti nei test, qualche problema, ma la sensazione che davanti ci siano ancora le monoposto dallo sponsor energetico. Anche se traeva grosso vantaggio proprio dal vietato sistema degli scarichi soffiati attorno al quale era stata disegnata, il pacchetto della RB8 resta vincente. E l'abitudine a trionfare aiuta a continuare sullo stesso binario. McLaren: sarebbe prima in una gara di estetica, con quel suo elengante muso, lontano dalle 'papere' o 'balene' che si vedono in giro, è affidabile e alla distanza esce sempre: è una di quelle che forse ha maggiormante giocato a nascondino nei test, ma è la prima rivale della Red Bull. Mercedes e Lotus: a parte il blasone, ereditato per entrambe, anche se in modi ben diversi, le loro vetture sembrano nate sane, equilibrate, senza troppi punti di forza, ma nemmeno gravissimi difetti: l'ideale per giocare in contropiede in quelle gare che per fari fattori - pioggia, safety car, fuori programma ai box -stravolgono i rapporti di forza. Che verranno fuori alla distanza, in un Mondiale che si chiude fra 8 mesi - il tempo per migliorare c'è, per tutti -, su palcoscenici sempre meno storici, ma più remunerativi, e in un teatrino, quello della F.1, che fra paletti tecnici, spesso aggirati come i pali dello slalom nello sci, guerre silenziose e farraginosi espedienti per la manovra più indispensabile in pista, ma anche più difficile da garantire, il sorpasso, fatica a darsi stabilità. E credibilità. Allacciate le cinture
 
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