| Marchisio-Vidal, coppia da primato Tutto come da copione. La Juventus archivia la pratica Cesena, si riprende la testa solitaria della classifica e dà a Conte il segnale che chiedeva. Il tecnico, nella conferenza stampa di vigilia, aveva spiegato come, dopo aver meritato il rispetto di tifosi, avversari e critica, occorresse proseguire nel processo di crescita trovando continuità. La Juve l’ha trovata, con un 2-0 che vale la sesta vittoria nelle ultime cinque partite. E continuità c’è stata anche nell’arco dei 90 minuti, con un dominio costante che ha legittimato il successo, anche se per sbloccare il risultato si è dovuta attendere quasi la mezz’ora della ripresa. Dopo le trasferte di Roma e Napoli, il pericolo contro il Cesena poteva arrivare da un approccio alla gara troppo morbido, come spesso avvenuto nel recente passato in gare di questo tipo. Sono bastate le prime azioni per scacciare i timori e capire che la Juventus di Conte ha imparato la lezione: non esistono gare facili, ma si può renderle tali con la giusta aggressività. L’altro rischio era patire l’assenza di Pirlo, fermo per squalifica. Anche in questo senso però sono arrivati segnali più che incoraggianti: se manca un singolo fenomeno, si sopperisce con il collettivo, con una grande prova di squadra. E’ quanto fa la Juve fin dall’inizio, permettendo a Pazienza, chiamato a sostituire Andrea, di trovarsi a proprio agio. I meccanismi del resto ormai sono collaudati e il ritorno al 4-3-3 permette ai bianconeri di trovarsi a memoria, anche perché Conte, ad eccezione dell’ex Napoli, non presenta altre novità rispetto al solito undici titolare.
Il Cesena arriva allo Juventus Stadium con la chiara intenzione di erigere barricate. Davanti all’area romagnola stazionano regolarmente in otto uomini e Mutu e Bogdani non sono poi molto distanti. La Juve però manovra così bene che il muro viene spesso aggirato e già nei primi dieci minuti vengono costruite almeno tre palle gol, con Matri, Vidal e Vucinic protagonisti. I bianconeri giocano in scioltezza e regalano azioni da applausi, come quella che manda Pepe al tiro al 14’: lancio di 40 metri per la testa di Lichtsteiner, sponda per l’esterno che arriva in corsa e spara il destro al volo, mettendo alto. Sbloccare la gara non è semplice perché con il passare dei minuti il Cesena stringe ulteriormente le maglie della difesa, rinunciando di fatto a giocare. Basti pensare che il dato del possesso palla, al 25’, recita Juventus 77, Cesena 23%.
La Juve alza il ritmo dopo la mezz’ora, ma un po’ di imprecisione in fase conclusiva e soprattutto le barricate di cui si diceva, permettono ai romagnoli di ribattere i tentativi di Marchisio, Vucinic e Matri.
Il montenegrino salta l’uomo con facilità e nel finale di primo tempo prima impegna Antonioli con un diagonale rasoterra, poi non arriva, proprio allo scadere, a deviare l’intelligente sponda aerea di Bonucci. Andare al riposo sullo 0-0 dopo in simile dominio ha dell’incredibile, ma sortisce l’effetto di scatenare tutta la rabbia bianconera già in avvio di ripresa.
Al 4’ Vucinic tenta la stoccata dal limite, Antonioli respinge sui piedi di Pepe che cerca la girata al volo, calciando però in mano al portiere romagnolo. Conte opera il primo cambio della gara, inserendo Quagliarella al posto di Matri e la Juve sfiora ancora il gol poco dopo, ancora con Pepe che su cross di Chiellini stacca bene, ma non trova la porta. Arriva anche il momento di Del Piero, che sostituisce Vucinic, ma il capitano è sfortunatissimo: sette minuti dopo il suo ingresso in campo riceve un colpo proibito da Marco Rossi, una scarpata in pieno volto ed è costretto a uscire per Giaccherini. Il 20’ è il minuto in cui si registra l’unica conclusione in porta del Cesena, con Martinho che arriva al tiro in contropiede e trova la pronta risposta di Buffon. Quelle della Juve non si contano più e al 27’ finalmente tutti gli sforzi vengono premiati. Marchisio, sempre lui, imposta l’azione, chiude due scambi al limite dell’area, riceve l’ultimo pallone da Vidal e infila un rasoterra potente nell’angolino basso alla sinistra di Antonioli. E con questo sono sei gol per il “Principino”, uno più bello dell’altro. Sotto di una rete il Cesena deve inevitabilmente cambiare atteggiamento. Arrigoni manda in campo Candreva ed Eder, quando la Juve aveva già sfiorato il raddoppio con una prepotente azione di Giaccherini e l’assist per Pepe, non sfruttato a dovere. Ancora l’ex cesenate è ancora protagonista al 35’: Lichsteiner scodella in area dalla destra e a centro area Giaccherini si scontra con Antonioli in uscita. Doveri indica il dischetto e espelle il portiere. Arrigoni ha già esaurito le sostituzioni ed è costretto a mandare tra i pali Rodriguez che non può nulla contro la battuta di Vidal.
Nel finale si potrebbe togliere una bella soddisfazione personale anche Quagliarella, ma il suo destro a colpo sicuro viene respinto. Sfortunato anche Vidal che si vede respingere il tiro che sarebbe valso la doppietta personale da Lichtsteiner. Si così sul chiude sul 2-0 e con un successo meritato e mai in discussione, per quanto sia servita molta pazienza per ottenerlo. Del resto una grande squadra si vede anche dalla calma con cui sa affrontare i momenti più complicati. E la Juve di calma ne ha avuta parecchia...
JUVENTUS-CESENA 2-0
RETI: Marchisio 27’ pt, Vidal (rig) 38’ st
JUVENTUS Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Vidal, Pazienza, Marchisio; Pepe, Matri (5’ st Quagliarella), Vucinic
(11’ st Del Piero, 18’ st Giaccherini) A disposizione: Storari, De Ceglie, Estigarribia, Krasic. Allenatore: Conte
CESENA Antonioli; Rossi, Von Bergen, Rodriguez, Lauro; Ghezzal, Guana, Parolo, Martinho (33’ st Candreva); Bogdani ( 1’ st Malonga, 33’ st Eder), Mutu
A disposizione: Calderoni, Ricci, Benalouane, L. Djokovic. Allenatore: Arrigoni
ARBITRO: Doveri ASSITENTI: Bianchi, De Pinto QUARTO UFFICIALE: Russo
AMMONITI: 15’ pt Ghezzal, 29’ pt Rossi ESPULSI: 38’ st Anonioli
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