| Lite medici, gravi mamma e bimbo Messina, sospesi i sanitari
Una lite scoppiata tra due medici in sala parto, nel Policlinico di Messina, avrebbe ritardato l'intervento sanitario con gravi conseguenze su Laura Salpietro e sul neonato. Il piccolo avrebbe subito due arresti cardiaci e danni cerebrali, la donna un'emorragia e l'asportazione dell'utero. Il marito ha fatto la denuncia ai carabinieri e la Procura ha aperto un'inchiesta. Sospesi i medici che si sono messi a discutere mentre la donna partoriva.
Secondo la denuncia, la donna doveva partorire in modo naturale, ma durante la lite tra i due medici, secondo quanto sostenuto dal marito, avrebbe avuto delle complicazioni. I sanitari a quel punto avrebbero deciso di operare con taglio cesareo, ma il bambino durante l'intervento ha subito arresti cardiaci.
Dopo il parto la paziente, finita in prognosi riservata, come anche il neonato, ha avuto una emorragia ed è stata operata nuovamente: i medici le hanno asportato l'utero. Si è inoltre appreso dal marito della giovane mamma, Matteo Molonia, che la donna ha dovuto poi partorire con l'assistenza di altri medici del Policlinico di Messina, subentrati ai colleghi "litigiosi", che intanto erano stati allontanati dal reparto, anche per l'arrivo dei carabinieri.
Medici sospesi e indagine interna al Policlinico Sono già stati presi drastici provvedimenti per i medici coinvolti nella vicenda, subito sospesi, e il Policlinico ha aperto un'indagine interna sul gravissimo episodio. "Siamo molto rammaricati, ho sospeso i due medici dall'attività ambulatoriale", ha detto infatti il professor Domenico Granese, direttore dell'unità operativa di Ostetricia e ginecologia del Policlinico di Messina, che però esclude un nesso tra la lite e i problemi riscontrati poi dalla mamma e del bimbo.
"Ho inviato - prosegue Granese - una lettera alla direzione sanitaria per comunicare la sospensione dei medici che torneranno al lavoro solo quando la direzione lo riterrà opportuno". Per Granese "quello che hanno fatto è grave, ma ci tengo a precisare che la donna è stata male non per la lite o per un eventuale ritardo negli interventi da parte dei medici".
"Tutto si è svolto regolarmente - assicura il direttore del reparto di Ginecologia -. L'intervento dei sanitari, viste le complicazioni della donna, è stato tempestivo. Non c'è alcun rapporto tra la lite e le complicazioni della donna che sono sorte a prescindere da quello che è accaduto". In ogni caso, l'indagine è stata aperta.
Il ministro Fazio: "Episodio intollerabile" "Non deve più accadere, abbiamo già attivato gli ispettori". Lo ha detto il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, sulla vicenda della lite avvenuta in sala parto a Messina. "Questo - ha detto Fazio - è chiaramente non solo un episodio di malasanità, ma indecoroso: questo non deve piu' succedere. Queste cose succedono purtroppo, prevalentemente, anche se non unicamente, in regioni in cui c'è, diciamo, un lassismo della sanità. Abbiamo attivato gli ispettori, d'intesa con l'assessore Russo, che ha anche lui attivato un'inchiesta amministrativa".
Riguardo ai due medici "il problema - ha osservato Fazio - non sono queste due persone. Sono, evidentemente, anche queste due persone. Ma il problema reale è mettere in essere dei meccanismi per cui questo non succeda più e quindi dare un sistema alle Regioni che ancora non ce l'hanno e che sono, combinazione, quelle in deficit economico. La sanità cattiva, lo abbiamo detto tante volte - ha concluso - è quella che costa di più".
Il marito: "Adesso chiedo giustizia" "E' incredibile - dice il marito - quanto è accaduto a mia moglie e a mio figlio è gravissimo. Pensare a quei due medici che litigano in sala parto mentre mia moglie aspetta di mettere alla luce il mio bimbo mi lascia senza parole. Adesso voglio giustizia, la magistratura faccia chiarezza, io mi impegnerò con tutte le mie forze per la verità".
L'uomo, che di professione fa l'investigatore privato e lavora anche come consulente delle forze dell'ordine, ricostruisce così quanto accaduto: "Erano le 7.40 di giovedì. Mia moglie era già in sala parto quando il suo ginecologo che l'ha seguita durante la gravidanza e un altro medico hanno cominciato a litigare. La lite è scoppiata quando il ginecologo di fiducia ha proposto il taglio cesareo e l'altro ha avuto da ridire. Qualcuno ha chiamato i carabinieri, che dopo un sopralluogo hanno lasciato il reparto".
Secondo Matteo Molonia "c'è un buco che va dalle 7.40, quando è scoppiata la lite, fino alle 9 quando hanno operato mia moglie; perché è trascorso tutto questo tempo?". "Dopo il parto cesareo - continua l'uomo - mi hanno detto che tutto era a posto, poco dopo però mi hanno chiesto l'autorizzazione per l'asportazione dell'utero di mia moglie e poi ho visto mio figlio cianotico e ho capito che era successo qualcosa di molto grave. Ho dunque telefonato ai carabinieri chiedendogli subito di intervenire, altrimenti avrei commesso un duplice omicidio". "E' tutta colpa dei medici - denuncia -. Assumerò un mio perito, voglio la verità".
Traffico, in coda fino a lunedì Controesodo, lunghe code da nord a sud E' già in pieno svolgimento il controesodo di fine agosto che segnerà il grande rientro degli italiani dalle vacanze di agosto. In questo, che per il gruppo Autostrade è un weekend da bollino rosso, il traffico è in continuo aumento su tutta la rete autostradale, dove si sta svolgendo la seconda fase di rientri dalle località di villeggiatura, che continuerà fino a lunedì. Sono 17 i chilometri di coda sulla A23 Udine sud-Palmanova.
Le principali direttrici di traffico sono quelle in direzione nord verso le grandi città, a cui si aggiungono gli spostamenti dei vacanzieri del fine settimana. Le situazioni più critiche sono sulla A14 Bologna- Taranto, dove occorre un'ora e 30 minuti per percorrere il tratto tra Marotta e Rimini, in direzione di Bologna, e sono necessari circa 45 minuti per il tratto tra Castel San Pietro e l'allacciamento con la A1, in direzione di quest'ultimo; sulla A1 Milano-Napoli, dove occorrono circa 20 minuti per percorrere il tratto tra Firenze Certosa e l'allacciamento con la A11, in direzione di Bologna; sulla A9 Lainate-Como-Chiasso sono presenti circa 2 chilometri di coda per le operazioni doganali alla dogana di Brogeda, verso la Svizzera.
A23, 17 chilometri di coda Ma la situazione più critica è A23 nel tratto Udine sud-Palmanova, alla confluenza tra A23 e A4, in direzione Venezia, dove la coda è salita a 17 chilometri. Code poi in entrata a Trieste-Lisert, di circa 4 chilometri, code a tratti in entrata a Latisana e a San Stino di Livenza. Durante la notte non ci sono stati incidenti di rilievo e anche il principio di incendio sviluppatosi su un autoarticolato che trasportava bancali di piastrelle, accaduto venerdì sera tra il bivio A4-A57 e San Donà di Piave in direzione Trieste che aveva causato incolonnamenti, si è risolto rapidamente.
Devono affrontare invece un'ora e mezza di coda gli automobilisti agli imbarcaderi della compagnia privata Caronte Tourist, a Messina, diretti a Villa San Giovanni; mezz'ora in meno l'attesa sulle banchine dei traghetti Rfi.
Infine, sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, ci sono forti rallentamenti, in direzione nord, prima dello svincolo di Falerna, dovuti alla presenza di un cantiere dei lavori di ammodernamento.
I flussi di traffico sono destinati a rimanere elevati almeno fino a lunedì.
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